Luigi Inzaghi
Beniamino Gigli
La vita di Beniamino Gigli è stata tra le più affascinanti del secolo XX. Non bello di forme come Franco Corelli, giudicato anzi troppo grasso e brutto per comparire sulle scene del Colón, Gigli cantava invece ammirevolmente più di qualsiasi altro tenore del suo tempo, escluso Caruso, in quanto possedeva la virilità di Martinelli, il pathos di Caruso, la liquidità di Bonci, il temperamento di Crimi, la grazia di Gayarre, la dolcezza di Angelo Masini e il calore di Roberto Stagno. I suoi modi di fare contrastavano grandemente da quelli convenzionali degli altri tenori, grazie alla sua voce che risuonava piena, ricca ed espressiva nel timbro. Là dove limitò il suo ardore per giovare all’arte, sfoggiò in cambio delle meravigliose mezze-voci e delle sonore note di testa. Non cercò neppure di convincere il pubblico presentando sempre una figura idilliaca o di appassionato fervore, né pronunciare un francese perfetto, ma anche in ciò la sua approssimazione meritava un elogio. Là dove ostentava note acute, in barba al dettato melodico del compositore, venne stigmatizzato dai critici ma apprezzato da Cilèa e da Alfano che approvarono le modifiche al loro genio creativo. I suoi do di petto nella pira verdiana furono alquanto arrischiati, arrivando bene solamente al Si naturale: il resto lo lasciava ai suoi falsettoni più arditi! Sposo non integerrimo, oltre ad aver cantato in 62 diverse opere di ogni genere dal 1907 al 1953, beneficò una quantità enorme di persone, di enti privati e pubblici, da meritargli medaglie, diplomi, onorificenze da capi di Stato e dalla Chiesa Cattolica. Accusato di collaborazionismo con nazisti e fascisti, venne escluso dal grande concerto toscaniniano che inaugurò il Teatro alla Scala di Milano nel primo dopoguerra. Avvicinatosi allora alla Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi, accettò la candidatura a deputato delle Marche. Il libro, in grande formato, accoglie documenti e illustrazioni inedite. Il libro contiene: - Oltre 300 illustrazioni - Le origini e gli studi - Le famiglie - La carriera - Il litigio col Metropolitan - I concerti - Attore cinematografico - La discografia - La Musica Sacra - Città delle esibizioni gigliane - Le opere della carriera - Cronologia - Documenti - Registrazioni - Film e cortometraggi
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Autore: Inzaghi Luigi
Beniamino Gigli
La vita di Beniamino Gigli è stata tra le più affascinanti del secolo XX. Non bello di forme come Franco Corelli, giudicato anzi troppo grasso e brutto per comparire sulle scene del Colón, Gigli cantava invece ammirevolmente più di qualsiasi altro tenore del suo tempo, escluso Caruso, in quanto possedeva la virilità di Martinelli, il pathos di Caruso, la liquidità di Bonci, il temperamento di Crimi, la grazia di Gayarre, la dolcezza di Angelo Masini e il calore di Roberto Stagno. I suoi modi di fare contrastavano grandemente da quelli convenzionali degli altri tenori, grazie alla sua voce che risuonava piena, ricca ed espressiva nel timbro. Là dove limitò il suo ardore per giovare all’arte, sfoggiò in cambio delle meravigliose mezze-voci e delle sonore note di testa. Non cercò neppure di convincere il pubblico presentando sempre una figura idilliaca o di appassionato fervore, né pronunciare un francese perfetto, ma anche in ciò la sua approssimazione meritava un elogio. Là dove ostentava note acute, in barba al dettato melodico del compositore, venne stigmatizzato dai critici ma apprezzato da Cilèa e da Alfano che approvarono le modifiche al loro genio creativo. I suoi do di petto nella pira verdiana furono alquanto arrischiati, arrivando bene solamente al Si naturale: il resto lo lasciava ai suoi falsettoni più arditi! Sposo non integerrimo, oltre ad aver cantato in 62 diverse opere di ogni genere dal 1907 al 1953, beneficò una quantità enorme di persone, di enti privati e pubblici, da meritargli medaglie, diplomi, onorificenze da capi di Stato e dalla Chiesa Cattolica. Accusato di collaborazionismo con nazisti e fascisti, venne escluso dal grande concerto toscaniniano che inaugurò il Teatro alla Scala di Milano nel primo dopoguerra. Avvicinatosi allora alla Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi, accettò la candidatura a deputato delle Marche. Il libro, in grande formato, accoglie documenti e illustrazioni inedite. Il libro contiene: - Oltre 300 illustrazioni - Le origini e gli studi - Le famiglie - La carriera - Il litigio col Metropolitan - I concerti - Attore cinematografico - La discografia - La Musica Sacra - Città delle esibizioni gigliane - Le opere della carriera - Cronologia - Documenti - Registrazioni - Film e cortometraggi
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Autore: Inzaghi Luigi
Caratteristiche | |
Collana | Documenti della musica, 2 |
Dati tecnici | pp. 608, oltre 300 ill., 21x29,7 |
Rassegna stampa | [...] Il mito di Beniamino Gigli in 600 pagine. Tante sono quelle che formano l'opera, veramente enciclopedica di Luigi Inzaghi. L'opera espone una cronologia dettagliatissima.... *(Fe.Dem., Il Messaggero)*. [...] Nel grigio panorama dell'editoria musicale italiana, specie quella dedicata ai cantanti, fatta di volumi compilativi, spesso agiografici, complessivamente modesti, è un contributo che non mi pare esagerato definire eccezionale e che merita uno spazio ben più ampio di una recensione. *(Giancarlo Landini, L'Opera)*. [...] Un elenco ampiamente descrittivo delle opere cantate nella carriera; una minuziosa cronologia; circa duecento documenti di vario genere (...) reperiti scovati con ammirevole acribia.... *(Paola Molfino, Amadeus)*. [...] Esta copiosa informacion que nos hace llegar Inzaghi es un trabajo exhaustivo, ameno y desear, una coleccion de fotografias con imagenes del tenore desde los quince anos hasta al momento de su desaparicion. (...) hace que el libro sume amenidad con rigor.... *(Fernando Fraga, rivista spagnola Scherzo)*. |
Tipo | Cartaceo |