Oriano De Ranieri
La religiosità in Puccini
Nelle varie pubblicazioni dedicate a Giacomo Puccini, in passato scarsa è stata l’attenzione dedicata alla sua religiosità. I biografi hanno considerato come è naturale, la sua attività di compositore e vari aspetti della sua vita, descrivendolo a volte come un viveur o cacciatore di donne, trascurando nella sua complessa personalità il suo interesse per la vita religiosa e per la vita spirituale. Oggi continua questo atteggiamento e anche illustri studiosi non rilevano i messaggi di fede presenti delle suo opere, non solo nella Fanciulla del West e in Suor Angelica, ma anche nelle altre opere. Nella sua maturità, il Maestro affrontò le questioni religiose con l’amico don Pietro Panichelli, il suo “pretino”, mentre il contatto assiduo con la sorella monaca Suor Giulia Enrichetta, Superiora nel convento di Vicopelago accrebbe in lui il fascino del sacro. Infine a Bruxelles, nelle ultime ore di vita, il Maestro ricevette i Sacramenti dall’allora Nunzio Apostolico, poi Cardinale, Clemente Micara. Nelle opere scritte da Giacomo Puccini si coglie la religiosità fondata per lo più sulle pratiche devozionali come si usava tra Ottocento e Novecento, ma s’intravede anche un modo di sentire moderno che cerca un contatto diretto con Dio che sa capire e perdonare: non a caso il Maestro studiava la Bibbia e ne raccomandava la lettura alla sorella Ramelde. Infine Puccini fu anticipatore della via della bellezza, la via “pulchritudinis” che conduce a Dio tanto cara a Benedetto XVI. Con una introduzione di Simonetta Puccini.
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Autore: De Ranieri Oriano
La religiosità in Puccini
Nelle varie pubblicazioni dedicate a Giacomo Puccini, in passato scarsa è stata l’attenzione dedicata alla sua religiosità. I biografi hanno considerato come è naturale, la sua attività di compositore e vari aspetti della sua vita, descrivendolo a volte come un viveur o cacciatore di donne, trascurando nella sua complessa personalità il suo interesse per la vita religiosa e per la vita spirituale. Oggi continua questo atteggiamento e anche illustri studiosi non rilevano i messaggi di fede presenti delle suo opere, non solo nella Fanciulla del West e in Suor Angelica, ma anche nelle altre opere. Nella sua maturità, il Maestro affrontò le questioni religiose con l’amico don Pietro Panichelli, il suo “pretino”, mentre il contatto assiduo con la sorella monaca Suor Giulia Enrichetta, Superiora nel convento di Vicopelago accrebbe in lui il fascino del sacro. Infine a Bruxelles, nelle ultime ore di vita, il Maestro ricevette i Sacramenti dall’allora Nunzio Apostolico, poi Cardinale, Clemente Micara. Nelle opere scritte da Giacomo Puccini si coglie la religiosità fondata per lo più sulle pratiche devozionali come si usava tra Ottocento e Novecento, ma s’intravede anche un modo di sentire moderno che cerca un contatto diretto con Dio che sa capire e perdonare: non a caso il Maestro studiava la Bibbia e ne raccomandava la lettura alla sorella Ramelde. Infine Puccini fu anticipatore della via della bellezza, la via “pulchritudinis” che conduce a Dio tanto cara a Benedetto XVI. Con una introduzione di Simonetta Puccini.
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Autore: De Ranieri Oriano
Caratteristiche | |
Anno di pubblicazione | 2013 |
Collana | Autonomo |
Dati tecnici | pp. VI+122 - formato cm. 15x21 |
Tipo | Cartaceo |
La religiosità in Puccini
- Autore: De Ranieri Oriano
- Codice: 978-88-6540-026-5
- Disponibilità: Disponibile
-
19,00€